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ultimo aggiornamento: 03 ottobre, ore 18:02
Milano - (Adnkronos/Ign) - La decisione del gup di Milano Cristina Mannocci. Per lui l'accusa aveva chiesto una pena a 5 anni e mezzo. Assolto, invece, Andrea Bezziccheri per il quale la Procura aveva chiesto tre anni. Oltre al concorso in bancarotta, Daccò è accusato di associazione a delinquere, appropriazione indebita e distrazione di beni. La difesa: ''Sentenza dai piedi d'argilla''. La provvisionale andrà alla Fondazione Monte Tabor e ai tre commissari nominati al San Raffaele


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Milano, 3 ott. (Adnkronos/Ign) - Il gup di Milano Cristina Mannocci ha condannato con rito abbreviato a dieci anni di reclusione Pierangelo Daccò, l'uomo d'affari accusato di concorso in bancarotta del San Raffaele. Per lui l'accusa aveva chiesto una pena a 5 anni e mezzo. Assolto, invece, Andrea Bezziccheri per il quale la Procura aveva chiesto una condanna a tre anni.

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Secondo l'accusa, i due, in concorso con altre persone, avrebbero contribuito a creare il cosiddetto 'sistema San Raffaele' per formare fondi neri così da soddisfare le esigenze economiche del vecchio management e di chi gli era vicino.
Oltre al concorso in bancarotta, Daccò è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, appropriazione indebita e distrazione di beni.
"Potrebbe essere una sentenza con i piedi d'argilla" ha commentato il suo avvocato Giampiero Biancolella. Per il legale "gli elementi di condanna sono gli stessi per i quali la Cassazione aveva annullato la prima ordinanza di custodia cautelare" per Daccò.
L'uomo d'affari è stato condannato anche a una provvisionale di 5 milioni da versare alla Fondazione Monte Tabor e ai tre commissari nominati al San Raffaele

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